Dati aggiornati HIV/AIDS in Italia

Data: novembre 2023
Autore: ISS

La sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV riporta i dati relativi alle persone che risultano positive al test HIV per la prima volta, segnalando un aumento dei casi rispetto allo scorso anno: nel 2022 sono 1888 le nuove diagnosi, pari a un’incidenza di 3,2 nuove diagnosi ogni 100.000 residenti. Il Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità riporta il numero di nuove diagnosi segnalate e il numero di nuove diagnosi stimate sulla base del ritardo di notifica. Per la correzione del ritardo di notifica si stima che ai 1888 casi finora pervenuti manchi ancora il 6,1% di segnalazioni. Questa percentuale porterebbe i nuovi casi del 2022 a circa 2.011 e l’incidenza diverrebbe 3,4 casi per 100.000 residenti. L’anno precedente le segnalazioni erano state invece 1.770 con incidenza di 3,0 casi per 100.000 residenti.

L’incidenza (casi/popolazione) delle nuove diagnosi HIV è in diminuzione dal 2012, con una riduzione più evidente dal 2018 al 2020 e un leggero aumento negli ultimi due anni post-COVID-19.
L’incidenza osservata in Italia nel 2022 è inferiore rispetto all’incidenza media stimata tra i Paesi dell’Europa occidentale e dell’Unione Europea (5,1 casi per 100.000 residenti in entrambe le aree).

Nel 2022, le incidenze più alte sono state registrate nel Lazio, Toscana, Abruzzo e Campania.

Nel 2022 l’incidenza più elevata di nuove diagnosi HIV si riscontra nella fascia di età 30/39 anni mentre fino al 2020 era di 25/29 anni.

Nel 2022, la maggior parte delle nuove diagnosi sono attribuibili alla trasmissione sessuale e costituiscono l’83,9% di tutte le segnalazioni; in particolare gli MSM (maschi che fanno sesso con maschi) costituiscono il 40,9%, gli eterosessuali maschi il 25,1% e le eterosessuali femmine il 17,9%; il 4,3% è dovuto allo scambio di siringhe tra consumatori di droghe per via iniettiva (IDU).
Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2022 erano maschi nel 78,7% dei casi. L’età mediana era di 43 anni per i maschi e di 41 anni per le femmine. L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 30-39 anni (7,3 nuovi casi ogni 100.000 residenti) e di 25-29 (6,5 nuovi casi ogni 100.000 residenti); in queste fasce di età l’incidenza nei maschi era 3/4 volte superiore a quelle delle femmine.

Nel 2022 quasi la metà delle persone con nuova diagnosi HIV ha eseguito il test per la presenza di sintomi o sospetta patologia correlata all’HIV (41,2%). Tale proporzione è aumentata rispetto agli anni precedenti.

Nel 2022 la proporzione delle persone con un numero di CD4 <200 cl/μL al momento della nuova diagnosi HIV è stata del 44,5. I valori più alti si sono osservati tra persone con >60 anni (56,4%) e tra eterosessuali maschi (50,0%). La proporzione di coloro che avevano CD4 <350cell/μL è stata del 58,1%.
La percentuale di persone a cui viene diagnosticata per la prima volta l’infezione da HIV contemporaneamente alla diagnosi di AIDS risulta essere nel 2022 del 25,5% con proporzioni più alte nei maschi eterosessuali (31,0%) e nelle persone con età >60 anni (35,7%).

Nel 2022 si osservano 7 casi in età pediatrica di cui 6 dovuti a trasmissione verticale provenienti dall’Africa centrale e 1 per trasfusione avvenuta in Albania.

Dal 2017 al 2020 si osserva una diminuzione di nuove diagnosi HIV in stranieri che passa da 1262 casi del 2017 a 457 del 2020 per arrivare a 586 casi nel 2022. La proporzione di stranieri tra le nuove diagnosi HIV rimane stabile nel tempo con valori intorno al 30%. Nel 2022 gli stranieri costituiscono il 31,2% di tutte le segnalazioni.

Il Notiziario di quest’anno presenta anche un monitoraggio sulla CoC, la continuità delle cure, in collaborazione con l’Istituto Lazzaro Spallanzani e varie ONG tra cui LILA. Si valuta che il tempo intercorso tra la data del primo test e quella della misurazione dei CD4 possa costituire un indicatore della tempestività della presa in carico (linkage to care) delle persone con nuova diagnosi da HIV. Nel 2022 il tempo è stato mediamente di 3 giorni, inferiore a quello del 2018. Nel 2022 il 94,2% delle persone con nuova diagnosi da HIV è risultato essere preso in carico entro 3 mesi dalla diagnosi.

Nel 2022 sono state notificate 403 nuove diagnosi di AIDS pari a un’incidenza di 0,7 casi per 100.000 residenti; si osserva un leggero aumento dei casi negli ultimi due anni post COVID19.

Nel 2022 il 75,4% delle persone diagnosticate con AIDS non aveva ricevuto una terapia ART prima della diagnosi.
Sempre nel 2022 emerge che la maggior parte delle persone (83,7%) che ha ricevuto una diagnosi di AIDS ha scoperto di avere l’HIV meno di sei mesi prima della diagnosi. La proporzione di diagnosi di AIDS tardive è stata in costante aumento fino al 2020 e si è stabilizzata nell’ultimo triennio intorno all’80% delle diagnosi di AIDS. Nel 2022 la proporzione è stata più elevata tra i maschi (85,7%), persone con età <60 anni (93,8%)e tra maschi eterosessuali (93,1%), non si osservano invece differenze tra italiani e stranieri.

Il numero di decessi per AIDS è rimasto stabile dal 2014 e nel 2022 è pari a 528 persone decedute.

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