Non solo Hiv

HCVIl 28 luglio, Giornata mondiale contro le epatiti, i più rappresentativi network europei di tutela dei diritti delle persone che vivono con Hiv, con Hcv, e dei consumatori di droghe, hanno lanciato un appello ai ministri della Salute europei e a tutte le aziende farmaceutiche, per trovare accordi urgenti e condivisi per consentire l'accesso ai farmaci innovativi per l'epatite C a tutte le persone che ne hanno bisogno, a partire dalle più gravi. Una situazione che riguarda ovviamente anche l'Italia.

"HCV related mortality in the EU in 2010 was already 57.000 and expected to grow exponentially if nothing is done. Already in 2008, according to the World Health Organization, 47.147 Europeans died of HCC and 84.697 Europeans (1.8% of all deaths in the EU) died of liver cirrhosis mainly related to HCV"

All'industria si chiede di proporre dei prezzi accessibili e sostenibili. In Europa le persone da trattare sono tante, la preoccupazione diffusa è che altrimenti garantire l'accesso a questi farmaci sarà impossibile, come già denunciato nei mesi scorsi dall'European Aids Treatment Group. Anche per questo la società civile chiede di essere coinvolta nella negoziazione tra l'industria farmaceutica e i governi.

La prima azienda chiamata a rispondere a questo appello è Gilead Sciences:

"Gilead deve garantire l'accesso al rivoluzionario farmaco a somministrazione orale, Sovaldi (sofosbuvir), per le persone affette dal virus dell'epatite C (HCV) che ne hanno urgente necessitá, attraverso l'attuazione di programmi di uso compassionevole. L'epatite C é il solo virus curabile. Sovaldi sará necessario per salvare vite e bloccare l'espansione dell'epidemia".

Gilead, sempre per il farmaco Sofosbuvir - nome commerciale Sovaldi - sta contrattando il prezzo con AIFA, l'Agenzia Italiana del Farmaco. Una contrattazione non facile, come denunciato da EpaC Onlus che ha appositamente acquistato una pagina del quotidiano Repubblica.

La trattativa tra AIFA e Gilead è stata infatti, per volere di quest'ultima, rimandata a settembre. Per tale slittamento anche in Italia è stato chiesto all'azienda di rendere disponibile il farmaco attraverso programmi di accesso allargato o uso compassionevole.

L'appello europeo suggerisce ai governi di usare qualsiasi mezzo per ridurre i costi e garantire l'accesso alle terapie: dal "Joint Procurement Agreement" (Accordo su acquisti congiunti) che potrebbe essere applicato anche ai farmaci per l'epatite C, alle licenze obbligatorie (compulsory licences) previste dalle norme internazionali della Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) che permettono ai Paesi colpiti da gravi emergenze sanitarie di produrre localmente farmaci equivalenti o importarli, anche se ancora coperti da brevetti.

E' la prima volta che così tante associazioni europee di pazienti si attivano per sottolineare la necessità di garantire un accesso ai farmaci uniforme e compatibile con tutti i sistemi sanitari dell'Europa.

"Siamo testimoni di una rivoluzione nel trattamento del virus dell'epatite C con potenti molecole in grado di curare l'infezione. Non c'è alcun dubbio che questi trattamenti possono salvare milioni di vite ma è necessario che siano accessibili universalmente a prezzi accessibili"
Françoise Barré-Sinoussi, virologa, Premio Nobel per la ricerca sull'HIV e Presidente dell'International Aids Society

LILA Onlus fa parte di
EU HIV/AIDS Civil Society Forum (CSF)
European Aids Treatment Group (EATG)
Aids Action Europe (AAE)

 

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