Monkeypox: Si parte con i vaccini. Nelle ultime circolari del Ministero della Salute tutti gli aggiornamenti sulla diffusione di MPXV.

Vaccini ricecaCon i casi in crescita, si aggiorna il quadro della diffusione nel mondo del virus Monkeypox (MPXV). Lo scorso 23 luglio 2022, il cosiddetto “Vaiolo delle scimmie”è stato dichiarato dall’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità un'emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale. Per ora non viene raccomandata una vaccinazione di massa ma strategie di PrEP e PeP mirate. Piano vaccinale in partenza anche in Italia.

Nel nostro paese le indicazioni dell'OMS e dell'ECDC, European Centre for Disease Prevention and Control, vengono recepite e dettagliate in tre circolari emesse dal Ministero della Salute nei primi giorni d'agosto. I documenti contengono tutte le indicazioni su piano vaccini, strategie di trattamento e prevenzione, casistica, gestione delle persone colpite.  Predisposta dal Ministero anche una nuova pagina con tutte le domande e le risposte su MPXV

Strategia vaccinale

La vaccinazione contro Monkeypox è partita l’8 agosto, con l’arrivo delle prime 4200 dosi assegnate, in via prioritaria, alle regioni con più casi: Lazio, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto. Seguiranno le altre regioni. Nel Lazio, presso lo Spallanzani di Roma le vaccinazioni sono già partite e le prenotazioni registrate sono già oltre 600. Non si tratterà di una vaccinazione di massa, come da indicazioni dell’OMS e di ECDC ma mirata a target specifici, descritti dalla circolare del 5 agosto. In estrema sintesi, la vaccinazione in funzione di PrEP, Profilassi Pre-Esposizione, è raccomandata per:

  • personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus.
  • persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM), che rientrano ai seguenti criteri di rischio: storia recente (ultimi tre mesi) con più partner sessuali; partecipazione a eventi di sesso di gruppo; partecipazione a incontri sessuali in locali/club/cruising/saune) recente infezione sessualmente trasmessa (almeno un episodio nell'ultimo anno); abitudine alla pratica di associare gli atti sessuali al consumo di droghe chimiche (Chemsex)
  • Essendo costituito da un virus non replicante, il vaccino può essere somministrato anche a persone con immunocompromissione (che potrebbero però presentare una risposta anticorpale ridotta) e a persone con HIV.

L’utilizzo del vaccino come PEP è raccomandato invece per i contatti stretti entro quattro giorni dalla prima esposizione.

 Il vaccino

Il vaccino, autorizzato di recente da EMA, è un vaccino contro il vaiolo mostratosi efficace anche contro MPXV. Negli Stati Uniti è autorizzato e distribuito come JYNNEOS (MVA-BN), in Canada è distribuito, con il nome commerciale IMVAMUNE, e in Europa, con il nome commerciale IMVANEX . E’ costituito da un virus vaccinico modificato, non replicante, prodotto dalla Bavarian Nordic.

Per le persone mai vaccinate in precedenza contro il virus del vaiolo sono indicate due dosi a distanza di almeno quattro settimane l’una dall’altra. Per chiunque in passato abbia già ricevuto una dose di vaccino contro il vaiolo è indicata una sola dose.

Al momento è preferibile una distanza di almeno quattro settimane (28 giorni) tra la somministrazione di un vaccino anti COVID-19 e il vaccino MVA-BN.

Dati e casistica

Nella prima circolare emessa ad agosto si fa il punto sui dati epidemiologici e si precisano i termini per la definizione dei casi, le procedure di segnalazione, di tracciamento dei contatti e della gestione dei casi. Vengono inoltre fornite indicazioni tecniche per la diagnosi di laboratorio e una serie di prescrizioni di Sanità pubblica, comprese misure di isolamento e quarantena, nonché di profilassi e prevenzione.

Alla data in cui scriviamo, nel mondo i casi accertati di Monkeypox ammontano a oltre 28mila con undici decessi correlati. In Italia l’infezione ha per ora colpito 600 persone, tra loro solo nove donne.

Gran parte dei casi globali si è presentata in paesi che non avevano mai registrato focolai precedenti di questa infezione e non presenta nessun legame diretto con i paesi dell’Africa occidentale e centrale, dove MPXV è presente, invece, in forma endemica. 

I paesi in cui sono segnalati focolai sono al momento ottantanove, la maggioranza dei quali nella regione europea e nelle Americhe. La maggior parte dei casi è stata rilevata nei maschi tra i diciotto e i cinquant’anni e, per ora, principalmente – ma non esclusivamentetra gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM). “Tuttavia –precisa la circolare- esiste anche il potenziale per un'ulteriore trasmissione in altri gruppi di popolazione. Nei paesi dell'Africa occidentale e centrale, invece, la maggioranza dei casi si rileva tra donne e bambini.

L'ECDC fornisce aggiornamenti per i paesi dell'UE/EEA, i Balcani occidentali e la Turchia due volte a settimana (il martedì e il venerdì).

Caratteristiche dell’infezione da MPXV e manifestazioni cliniche

La trasmissione interumana del virus Monkeypox avviene attraverso contatti stretti con una persona affetta, il che include anche l’assistenza a persone con MPXV, la convivenza con una persona malata e i rapporti sessuali con persone affette. Toccarsi, baciarsi, essere faccia a faccia possono trasmettere il virus. Veicoli del contagio possono essere il contatto con le lesioni cutanee prodotte da Monkeypox, il droplet, cioè le goccioline di saliva emesse parlando o respirando, il contatto con oggetti infetti (fomiti) come vestiti, lenzuola, biancheria, posate, bicchieri, sex toys e, in generale, ogni oggetto che possa esser stato utilizzato da una persona con MPXV. Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire se MPXV possa essere trasmesso sessualmente attraverso i fluidi genitali.

Monkeypox nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente. Tuttavia, può avere esiti più gravi in alcuni gruppi di popolazione (persone immunodepresse, donne in gravidanza, bambini piccoli). E’ bene pertanto limitarne la diffusione.

Il fatto che la maggioranza delle persone colpite siano maschi MSM ha rischiato, e rischia, di produrre narrazioni stigmatizzanti, come già accaduto per l’HIV e AIDS. LILA si è già espressa con chiarezza contro questo ennesimo pregiudizio antiscientifico, lesivo della dignità delle persone e rischioso per la salute pubblica. 

La trasmissione del virus non è, certo, prerogativa del sesso tra uomini. Il virus si trasmette per contatto stretto, come detto, e il sesso è, ovviamente, da considerarsi un contatto stretto, indipendentemente dal sesso dei/delle partner.

I sintomi prodromici (predittivi) più comuni che stanno manifestando le persone colpite da MPXV in Europa e Stati Uniti sono: febbre (62%), sonnolenza (41%), mialgie (31%), cefalea (27%) e, soprattutto, l’eruzione cutanea ( 95% dei pazienti). Le eruzioni possono presentarsi con scarse lesioni e/o limitate solo alle aree genitali o peri-anali. Le parti del corpo più frequentemente interessate sono le aree ano-genitali (73%), il tronco, le braccia e le gambe (55%), il viso (25%), e i palmi delle mani e le piante dei piedi (10%). Nel 5% dei casi la manifestazione di esordio può essere rappresentata da lesioni a livello del cavo oro-faringeo.

Gestione del caso e misure di sanità pubblica

Di norma la persona che contrae Monkeypox - se le condizioni abitative e igienico-sanitarie lo consentono - può essere seguita a casa ma osservando un regime d'isolamento e adottando una serie di precauzioni fino alla caduta delle croste prodotte dall'eruzione cutanea. Osservare tutte le norme prescritte è fondamentale per salvaguardare la salute di conviventi, care givers, animali domestici.

Per il dettaglio delle norme da osservare rinviamo al documento del Ministero della Salute e al nostro precedente articolo. Tra le indicazioni ricordiamo quella di astenersi dall'attività sessuale fino alla caduta delle croste. Il preservativo non è sufficiente a prevenire la trasmissione di Monkeypox. Tuttavia, i medici ritengono consigliabile utilizzare il condom per qualche tempo dopo la fine dell’infezione per evitare che, eventuali lesioni prodotte dal MPXV, possano favorire la trasmissione di HIV e IST.

La massima contagiosità di MPXV è legata principalmente alla presenza dell'eruzione cutanea, tuttavia, anche i pazienti con primi sintomi (febbre, mialgia, affaticamento, cefalea) possono trasmettere il virus. Il periodo infettivo parte dunque con la comparsa dei primi sintomi alla guarigione dell’eruzione cutanea. Sono considerati contatti stretti, ai fini del tracciamento, tutti coloro che abbiano avuto contatti ravvicinati con una persona colpita da MPXV in questo intervallo di tempo.

Le stime indicano un periodo d'incubazione fino a ventuno giorni, pertanto il tracciamento dei contatti stretti deve coprire i ventuno giorni precedenti la comparsa dei sintomi.

Le persone identificate come contatti stretti di paziente con MPXV devono auto-monitorarsi, astenersi per 21 giorni dai rapporti sessuali ( a far data dall’’ultima esposizione al rischio), praticare un’attenta igiene delle mani e respiratoria , evitare il contatto con persone immunocompromesse, bambini sotto i dodici anni, donne in gravidanza e animali domestici per ventuno giorni dopo l'ultima esposizione;

La circolare prevede la possibilità di quarantene: “In specifici contesti ambientali ed epidemiologici –recita il documento- sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie”.

Terapia antivirale

L’utilizzo di specifici antivirali come "il Tecovirimat, autorizzato da EMA –prosegue la circolare- può essere presa in considerazione nell'ambito di protocolli di uso sperimentale o compassionevole, in particolare per coloro che presentano sintomi gravi o che possono essere a rischio di scarsi risultati, come le persone immunodepresse”.

La LILA

In tema di vaccini e anti-virali – commenta il Coordinamento Nazionale LILA- apprezziamo le iniziative del Ministero della Salute per tutelare la salute delle persone con HIV, di quelle immunodepresse e dei gruppi di popolazione, come gli MSM, attualmente più esposti alle dinamiche epidemiologiche. Auspichiamo che le dosi di vaccino disponibili vengano rapidamente aumentate. La trasmissione del virus MPXV si può e si deve fermare nel più breve tempo possibile nel primario interesse della salute pubblica”.

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