Minorenni e HIV, Grillo: via il consenso dei genitori per l’accesso al test. La LILA: “ottima notizia ora la politica sia conseguente”

Giulia GrilloDalla Ministra della Salute Giulia Grillo giungono aperture importanti alla possibilità per i minorenni di eseguire i test per l’HIV e per altre IST (Infezioni sessualmente trasmissibili) senza il consenso dei genitori o del tutore legale. Sentito il parere della Garante per l’Infanzia e l’adolescenza, Grillo ha annunciato in una nota la preparazione di un provvedimento ad hoc per rimuovere una tra le barriere più intollerabili e pericolose per quanto riguarda la diagnosi precoce dell’infezione.

L’impegno del Ministro e il parere della Garante sono due ottime notizieha commentato Massimo Oldrini, Presidente Nazionale della LILA- ora speriamo che la politica faccia davvero il suo dovere e questo assurdo ostacolo venga rimosso”.

Lo stato delle politiche per l’ HIV/AIDS in Italia era stato al centro di un recente incontro tra la Ministra della Salute e la società civile: “Uno dei punti critici emersi - sottolinea una nota della Ministra – riguarda proprio il libero accesso per i cittadini minorenni ai test diagnostici che sono anonimi e gratuiti per tutti, ma che per i minori richiedono il previo consenso del genitore o del tutore. Questo paletto normativo costituisce, di fatto, un ostacolo ai test".

L’annuncio è giunto subito dopo il parere positivo espresso dalla Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, sollecitata dalla stessa Grillo dopo l’incontro con le associazioni: “sono molto soddisfatta della positiva risposta dell’Autorità garante alla mia richiesta di lavorare insieme a una norma per superare questa regola ormai obsoleta scrive ancora la Ministra. La Garante ha indicato i confini entro cui dovrebbe muoversi il provvedimento: “la prima condizione –ha detto Filomena Albano- è che i test avvengano in un contesto protetto e dedicato nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. La seconda è che in caso di positività ai test i genitori o il tutore siano coinvolti al fine di garantire alla persona di minore età un adeguato supporto affettivo nella gestione della notizia e della terapia. Infine, è necessario promuovere capillarmente una cultura della prevenzione e l’educazione all’affettività e alle emozioni”.

Un accesso tempestivo alle terapie Antiretrovirali (ART) è fondamentale per tutelare al meglio la salute delle persone con HIV ma anche per evitare che il virus possa essere trasmesso, inconsapevolmente ad altri o altre partner. Ricordiamo che le persone che seguono correttamente le terapie ART possono raggiungere un livello di carica virale nel sangue talmente basso da non essere rilevabile. Questo stato clinico, oltre a permettere un livello di salute simile a quello della popolazione generale, rende le persone con HIV non infettive, con ricadute straordinarie sul piano della prevenzione. Per questo è così importante promuovere e diffondere l’accesso al test eliminando tutte le barriere che ne ostacolano il ricorso. L’impossibilità per i minori di ricorrere all’esame diagnostico senza autorizzazione dei genitori o di un giudice tutelare costituisce, invece, un enorme macigno sulla strada della prevenzione e un grave vulnus per il diritto alla salute dei più giovani. “Si tratta di un ostacolo assurdo e anacronistico –ha detto ancora Massimo Oldrini- nonostante autorevoli ricerche evidenzino come l’età dell’esordio sessuale si vada via via abbassando e si attesti, ormai, intorno ai quindici anni”.

I dati, del resto, parlano chiaro: ad oggi, in Italia la maggiore incidenza dei casi di HIV e di altre IST (Infezioni sessualmente Trasmissibili) si registra nelle fasce giovanili e oltre la metà di tutte le nuove diagnosi annue avviene con grave ritardo (diagnosi tardive): ci si accorge cioè di aver contratto il virus solo perché si comincia a stare male, quando si è già in fase di AIDS conclamata o prossimi a questa condizione. “Per questo -ha spiegato ancora Oldrini- impedire o ostacolare l’accesso ai test HIV e agli esami per le IST ai giovani è un atto che mette a rischio la loro salute e che ha conseguenze gravissime in termini di contenimento dell’infezione da HIV”. Dal Presidente della LILA anche un richiamo alla necessità di concrete e urgenti azioni preventive: “Ciò che serve è facilitare e promuovere l’accesso dei giovani a tutti gli esami relativi alla salute sessuale ma, anche, l’inclusione nei curricola scolastici di percorsi dedicati all’educazione sessuale e affettiva”.

La possibilità di accedere al test per l’HIV senza alcuna autorizzazione preventiva da parte di terzi è, del resto, raccomandata ormai da tempo e con grande forza da tutte le agenzie internazionali, da UNAIDS all’OMS. In Italia questo tema costituisce, inoltre, una delle battaglie storiche delle associazioni. Nel 2016 la pressione della società civile registrò una prima parziale vittoria: nel Piano Nazionale AIDS, elaborato proprio in quell’anno dalla Commissione Nazionale AIDS, venne infatti prospettato il libero acceso al test per i minori ma gli strumenti normativi necessari a rendere operativa questa misura non furono, tuttavia, mai predisposti.

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