LILA Catania | Il diritto alla salute è senza frontiere

LILA Catania

Dalla stazione centrale alla chiesa della comunità nigeriana ai centri Sprar: si sono tenuti nelle zone della città più frequentare dagli immigrati gli incontri informativi e la distribuzione di condom e femidom previsti dal progetto finanziato dalla Chiesa Valdese, che ha permesso di contattare in un anno circa 1000 persone.

"Abbiamo fatto esperienze importanti di conoscenza delle comunità straniere che vivono nella nostra città": Maria Grazia Messina, volontaria di LILA Catania e coordinatrice del progetto "Solidarietà senza Frontiere", co-finanziato dall'ottopermille della Tavola Valdese, parla con entusiasmo delle attività svolte per facilitare l'accesso ai servizi di salute e prevenzione dei migranti che vivono nella città siciliana. "In un anno abbiamo tenuto 9 incontri di educazione sanitaria e sessuale all'interno degli Sprar – i centri di accoglienza per Richiedenti Asilo e Rifugiati - e due volte abbiamo persino parlato nella chiesa evangelica nigeriana - spiega Messina – che a Catania si trova in un garage". La volontaria di Lila Catania racconta come particolarmente coinvolgente l'incontro avvenuto dopo la lettura del vangelo domenicale, animata da canti e balli della comunità dell'Africa occidentale: "Insieme al medico della LILA abbiamo parlato di salute e prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse a circa 40 persone e, alla fine, dopo una discussione stimolata dalle domande dei presenti, abbiamo distribuito preservativi e femidom".


Messina spiega che è stato il pastore della chiesa nigeriana – dopo un precedente incontro - a chiedere alla LILA di tenere questa lezione di educazione sessuale e sanitaria dopo la cerimonia religiosa domenicale, per poter raggiungere un numero maggiore di persone. Fondamentale il contributo della mediatrice culturale nigeriana coinvolta nel progetto e formata sui temi della salute e della prevenzione, che ha favorito la corretta trasmissione del messaggio alla propria comunità.

 

Banchetti con materiali informativi, condom e femidom (female condom) sono stati tenuti ogni settimana, da marzo a settembre, in diversi luoghi della città più frequentati da immigrati, dalla stazione dei treni ai punti d'incontro dei venditori ambulanti, contattando ogni volta circa 30 persone. In queste attività sono stati fondamentali il ruolo dei mediatori culturali - della Nigeria e del Senegal - ma anche la presenza dei volontari LILA. In particolare i medici che si sono offerti di collaborare negli incontri con gli stranieri. Gran parte di questi incontri sono stati tenuti dal presidente della LILA di Catania, il professor Luciano Nigro. "Oltre a parlare di prevenzione dell'Hiv abbiamo avuto la possibilità di informare queste persone delle possibilità di avere una tessera e di accompagnarli nella richiesta – afferma Messima – molti di loro non ne avevano mai sentito parlare". "Inoltre, quando ci sono stati segnalati problemi medici di varia natura abbiamo favorito l'incontro con professionisti – spiega – questo è avvenuto in particolare nei centri Sprar". Nei centri di accoglienza sostenuti dal comune infatti "le persone si sono aperte e hanno parlato anche di problemi personali, grazie al fatto che partecipava un numero ridotto di persone, circa 15 ogni volta". Per attrarre un maggior numero di persone sono state inoltre organizzate alla fine dell'estate due proiezioni di film africani all'aria aperta, "uno del Senegal e uno della Nigeria", scelti dalle rispettive comunità, che hanno raccolto un centinaio di immigrati, "oltre a molti catanesi incuriositi".

"Per noi è stato importante favorire - insieme alla prevenzione dell'Hiv - anche l'accesso generale al diritto alla salute accompagnando gli immigrati nella fruizione di servizi cui normalmente non riescono ad accedere" sottolinea Maria Grazia Di Benedetto, vicepresidente della sede catanese della LILA commentando i risultati del progetto "poiché il valore di solidarietà di cui la LILA è portatrice va oltre il tema dell'Aids". Oltre alle attività svolte sul territorio, sono stati formati due mediatori culturali sulle tematiche sanitarie da parte di medici infettivologi e uno psicologo. Il prossimo mese il progetto – che ha avuto un finanziamento di 25mila euro ed è durato un anno- si conclude e possiamo stimare siano state raggiunte e aiutate nella tutela del proprio diritto alla salute circa 1000 persone. I risultati si vedranno anche in futuro grazie ai contatti che sono stati creati.

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