Droga, che fare?

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Don GalloA Genova in questi giorni il governo è stato chiamato a dare una risposta alla domanda su quali politiche su Droghe e Dipendenze si debbano attendere in Italia. In un quadro significativamente modificato, la cassazione della Legge Fini Giovanardi è infatti arrivata in un contesto nazionale che vede carceri ancora sovraffollate, servizi tagliati, un Dipartimento Antidroga con una gestione da molti ritenuta discutibile, e soprattutto nella completa assenza di una direzione politica che non sia eredità di governi passati. Un vuoto che va riempito.

Venerdì 28 febbraio e sabato 1 marzo a Genova si sono riuniti esperti, ricercatori, persone che usano sostanze, associazioni nazionali e internazionali e operatori sociali, per discutere di droga. A molti anni da quella Conferenza Nazionale appunto di Genova, nel 2000, quattordici anni fa, che segnò il tentativo dell'avvio di una politica concertata, che puntasse alla tutela delle persone e dei loro diritti e non in prima istanza alla repressione del consumo attraverso la criminalizzazione dei consumatori.

Genova 2014 - Alessandra Cerioli, Giovanni Maria Flick, Franco CorleoneNel 2008, otto anni dopo, le Politiche Antidroga sono state affidate al sottosegretario Carlo Giovanardi, che deviò le competenze dai ministeri della Salute e delle Politiche Sociali al suo DPA, il Dipartimento per le Politiche Antidroga, insediato alla Presidenza del Consiglio e affidato alle cure del dottor Giovanni Serpelloni, che ancora oggi lo guida. In questi sei anni di reggenza, la Conferenza Nazionale sulle Droghe si è tenuta una sola volta, cinque anni fa, quando è stata pure cancellata di fatto la Consulta nazionale, unici luoghi di consultazione tra società civile, operatori e istituzioni. Per la prevenzione, questo rappresenta un danno.

Da molti mesi il DPA è senza una guida politica ufficiale. Le politiche governative non appaiono chiare, nel governo Letta non fu neppure assegnata la delega, l'augurio è che non accada lo stesso con il governo di Matteo Renzi. Il presidente è stato invitato a Genova dalla Comunità di San Benedetto di don Gallo. Per lui sarebbe un ritorno, quello che gli si chiede è di tornarci adesso, nel mese di marzo, e di raccontare finalmente che cosa il suo governo e il suo partito vogliano fare. Ormai, appare doveroso.



Nella foto: Alessandra Cerioli, Giorgio Bignami, Giovanni Maria Flick, Franco Corleone 

DOCUMENTO CONCLUSIVO - GENOVA 2014 - SULLE ORME DI DON GALLO - Manifesto di Genova

Sulle orme di Don Gallo, quattordici anni dopo l’ultima conferenza nazionale sulle droghe degna di memoria, associazioni, gruppi, operatori, movimenti, persone che usano sostanze e rappresentanti istituzionali impegnati nel contrasto degli effetti nocivi dell’abuso di droghe e della criminalizzazione si sono riuniti a Genova il 28 febbraio e il 1 marzo 2014, con il sostegno e il patrocinio del Comune e della Regione Liguria, per confrontare esperienze e delineare un’alternativa praticabile anche in Italia alle fallimentari politiche proibizioniste in via di superamento in molte parti del mondo.

La Corte costituzionale ha proclamato che la legge Fini-Giovanardi è stato il frutto di un atto illegittimo che ha causato vittime, pene e sofferenze, umane e giuridiche, e che ha contribuito in massima parte al sovraffollamento penitenziario e alla costante violazione dei diritti umani all’interno delle carceri del nostro Paese. Un abuso di potere motivato e sostenuto ideologicamente da una direzione del Dipartimento anti-droga che ha impedito ogni discussione e ogni ripensamento critico delle scelte con essa compiute e ha tentato di soffocare ogni esperienza e ogni pratica alternativa.

Per questo, oltre i suoi contenuti tecnico-giuridici, la sentenza della Consulta ha un valore simbolico immenso: ora anche in Italia è possibile riprendere il percorso per una legge più umana e più giusta che contrasti il traffico illecito di sostanze stupefacenti, ma sottragga le persone che usano sostanze alla macchina repressiva e offra loro possibilità di uso consapevole e, quando necessario, di sostegno sociale e sanitario.

Nella prospettiva di un radicale mutamento delle politiche sulle droghe nel nostro Paese, a partire dal riconoscimento della soggettività delle persone che usano sostanze e dei loro diritti, proponiamo:

  1. La completa revisione delle previsioni sanzionatorie, penali e amministrative, stabilite dal Testo unico sulle sostanze stupefacenti. I consumatori devono essere liberati tanto dal rischio di criminalizzazione penale quanto dalla soggezione a un apparato sanzionatorio amministrativo stigmatizzante e invalidante.
  2. La prima modifica in questa direzione non può che essere la compiuta depenalizzazione del possesso e della cessione gratuita di piccoli quantitativi di sostanze destinati all’uso personale, anche di gruppo, e della coltivazione domestica di piante di marijuana agli stessi fini.
  3. Chiediamo quindi una compiuta regolamentazione legale della produzione e della circolazione dei derivati della cannabis e della libera coltivazione a uso personale.
  4. Nel quadro della definizione del patto per la salute, delle sue risorse e della sua governance, chiediamo il rilancio dei servizi per le dipendenze e di politiche di “riduzione del danno” finalizzate al benessere delle persone che usano sostanze e alla prevenzione dei rischi connessi all’abuso e alla clandestinità del consumo, a partire dall’analisi delle sostanze e dalla predisposizione di forme e luoghi della loro somministrazione controllata.
  5. In questo quadro, particolare attenzione dovrà essere dato alla dimensione della qualità della vita nelle città e all’offerta di servizi e di sostegno ai tossicodipendenti in stato di detenzione. Chiediamo quindi che la morsa del patto di stabilità interno, che sta strangolando gli enti locali, sia derogabile nel perseguimento di politiche finalizzate alla tutela dei diritti fondamentali della persona come sono quelle destinate a sostenere i percorsi sociali di inclusione delle persone che usano sostanze.

Chiediamo quindi al Premier, che è già stato ospite della Comunità San Benedetto, di venire a Genova entro i prossimi 30 giorni per ascoltare i rappresentanti delle realtà Pubbliche e del Privato sociale  e delle persone che usano sostanze.

In queste due giornate è stato prodotto confronto, dibattito, e sono state individuate proposte programmatiche e pratiche in grado di riallinearci alle politiche sui consumi di altri Paesi Europei e Internazionali. Vogliamo illustrarle direttamente al nuovo Presidente del Consiglio.

I promotori delle due giornate di Genova organizzeranno, a partire dal Manifesto di Genova, iniziative di confronto e proposta nei diversi territori del nostro Paese stimolando la modifica di Politiche locali e nazionali e si ritroveranno entro i prossimi 12 mesi per lanciare un nuovo momento Nazionale aperto alla politica e alla Società civile.

I partecipanti alle Giornate di Genova 2014 “Sulle Orme di Don Gallo”

Niente su di noi, senza di noi! (dalla Carta dei Diritti delle persone che usano sostanze Genova 2014)

Genova, 1 Marzo 2014

Genova 2014

 

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