HIV: il caso di Ancona e l’eterno ritorno (mediatico) degli “untori”

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La vicenda dell’uomo di Ancona che avrebbe consapevolmente trasmesso il virus alla compagna e altre decine di persone ripropone, ancora una volta, il tema del linguaggio e dei messaggi utilizzati da alcuni organi di stampa nella trattazione di vicende che coinvolgono persone con HIV. Dello specifico della vicenda e delle responsabilità dell’indagato si occuperà, ovviamente, la magistratura ma: “Da parte nostra, certamente, non possiamo non pensare al terrore che stanno vivendo le persone che hanno avuto rapporti sessuali non protetti con questo signore – dice Massimo Oldrini, presidente nazionale della LILA – a loro va la nostra vicinanza. E’ importante che si sottopongano subito al test – prosegue Oldrini - sappiano anche che non è scontato che abbiano contratto l’HIV e che, in caso contrario, la vita non è per niente finita e si può fare molto per vivere bene. Le persone coinvolte possono contattare le nostre helpline e contare sul nostro supporto informativo e psicologico.

Proprio nel superiore interesse della salute pubblica, e per evitare il ripetersi di simili episodi, la LILA non può, dunque, non segnalare i rischi connessi alla diffusione di messaggi sbagliati, discriminatori e pericolosi sull'HIV.

In conclusione: affrontare il problema HIV/AIDS in un’ottica allarmistica o scandalistica aumenta solo lo stigma verso le persone con HIV che da decenni si battono, non solo per i propri diritti, ma per il diritto alla salute di tutti e tutte. Raccontare nel modo sbagliato un evento come quello di Ancona, sicuramente grave, serve solo a riaccendere la paura verso le persone che vivono con l’HIV, contrasta la diffusione di corrette informazioni sulla prevenzione, non permette una corretta percezione del rischio e spinge tanta gente a rimuovere il problema, a non proteggersi e a non fare il test.
Per sconfiggere il virus abbiamo più bisogno che mai della stampa e dell’informazione. Il ripetersi di certi errori rischia tuttavia di vanificare anche il lavoro di tanti giornalisti e di tante testate (per fortuna sempre di più) che operano con competenza e passione.