L'Europa lotta contro l'Hiv

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europaAppuntamenti europei per un grande tema: diritti umani e persone che vivono con l'Hiv. Il primo si è tenuto a Bruxelles, alla Commissione Europea, in questi giorni: "Right to health, right to life - High Level Meeting on HIV and Human Rights in the European Union and its neighbouring countries", organizzato da Commissione Europea e UNAIDS, con la partecipazione della community, impegnata nel chiedere il rinnovo dell'impegno europeo sulle politiche di contrasto a Hiv e Aids, in vista della scadenza del piano europeo 2009-2013. Report e impegni futuri.

Il 27 e 28 maggio a Bruxelles si è tenuto un Meeting di Alto Livello, organizzato congiuntamente da Commissione Europea e UNAIDS. Lo scopo dell'incontro è stato promuovere e proteggere i diritti umani e procedere verso "zero discriminazioni" in Europa e Paesi confinanti. ("Getting to zero" - zero nuove infezioni Hiv, zero morti Aids-correlate, zero discriminazioni - è lo slogan della strategia UNAIDS 2011/2015 internazionalmente adottato).

Obiettivi specifici del Meeting sono stati:

> Riaffermare e aggiornare gli impegni europei per promuovere e proteggere i diritti umani nella lotta contro Hiv e Aids
> Individuare i progressi fatti, le lacune e le sfide future
> Dare rilievo a evidenze e le buone pratiche
> Determinare i prossimi passi dell'Unione Europea, degli Stati membri, dei Paesi limitrofi e della Società civile nella protezione e promozione dei diritti umani in relazione all'Hiv in tutta la regione europea.

Per sollecitare l'Europa a un rinnovato impegno, la community ha presentato in occasione del Meeting di alto livello di Bruxelles, con largo anticipo, una "call for action", ovvero la "Call to the European Commission and EU leaders to re-affirm leadership and commitment on HIV/AIDS, both inside and outside of the EU, by approving a new Strategy and Action Plan on HIV/AIDS", sottoscritta finora da 200 stakeholders: associazioni, ong, istituzioni, agenzie e parlamentari europei. La Call è stata inviata ai presidenti Barroso e Van Rompuy, ai palamentari europei e altre figure di rilievo della Commissione Europea, con particolare attenzione a Tonio Borg, attuale commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori, dato che né la Commissione europea né il commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori si sono finora espressamente impegnati per lo sviluppo e l'adozione di una strategia aggiornata e di un piano di azione su Hiv/Aids e infezioni trasmissibili per il 2014-2020, e che stiamo per celebrare i dieci anni dalla Dichiarazione di Dublino, nel 2014.

La Lila è stata come sempre presente, nella persona di Lella Cosmaro, che dal 2011 è co-chair dell'Hiv/Aids Civil Society Forum, organo consultivo della Commissione Europea.

La pressione della community per un rinnovamento delle politiche europee di lotta contro Hiv/Aids e contro la discriminazione che continua a colpire le persone che vivono con l'Hiv si è espressa anche con manifestazioni pubbliche collegate al Meeting (molte dichiarazioni si trovano in questo video) e continua con una petizione lanciata dalla American Health Foundation, che può essere sottoscritta da tutti.

Questa è la pagina dedicata della Commissione europea al Meeting di alto livello di Bruxelles

In Europa il numero di persone che vivono con l'Hiv è costantemente cresciuto fino a raggiungere un totale di 2,3 milioni. Il numero di nuove infezioni sta ancora crescendo, specialmente nei Paesi limitrofi. Oggi poche persone muoiono di Aids nei Paesi europei in cui i trattamenti sono disponibili. Nei Pesi limitrofi, però, le morti Aids-correlate stanno crescendo - nel 2011 si sono registrati 92mila decessi.

In tutta la regione popolazioni specifiche come uomini che fanno sesso con uomini e consumatori di sostanze per via iniettiva restano sproporzionatamente affetti da un'alta prevalenza di Hiv. Stigma, discriminazione e barriere legali sono e restano ostacoli all'effetiva inclusione delle persone con Hiv nella società e al loro accesso ai servizi di prevenzione e cura dell'Hiv. La volontà politica e l'azione politica per contrastare questi ostacoli sono essenziali per ridurre i costi umani e finanziari dell'epidemia e per rilanciare l'Europa come custode globale dei diritti umani.

La "Communication on Combating HIV/AIDS in the European Union and its Neighbouring Countries (2009-2013)" sancisce l'importanza della protezione dei diritti umani delle persone che vivono con l'Hiv e delle comunità più colpite, che fanno parte della Carta Europea dei Diritti Fondamentali.

In occasione del Meeting europeo, UNAIDS ha presentato una Discussion paper - Right to Health, Right to Life: Why We Need to Act Now on HIV and Human Rights

Il Meeting è stato aperto da Tonio Borg con lo speech "HIV AIDS and Human Rights: The urgent need to overcome stigma and discrimination"

Il Meeting si è chiuso con le raccomandazioni finali, redatte da Yusef Azad del britannico NAT - National Aids Trust.

La Commissione Europea ha più volte ribadito che intende mantenere alta l’attenzione e l’impegno nella lotta contro HIV/AIDS negli anni a venire e che, a conclusione di una valutazione esterna dell’attuale Comunicazione e dell’Action Plan, che avrà luogo entro la fine dell’anno, individuerà come meglio predisporre un nuovo documento politico a sostegno delle future azioni.  La società civile da parte sua ha riconfermato che continuerà a sollecitare il rinnovo dell’impegno da parte della Commissione proseguendo nelle attività di advocacy e raccolta di adesioni e sostegno, così che le promesse siano mantenute.

L'High Level Meeting on HIV and Human Rights è stato immediatamente preceduto dal meeting dell’HIV/AIDS Civil Society Forum, e immediatamente seguito dal meeting dell'Hiv/Aids Think Tank. In tali occasioni, molto importante è stato il contributo dell'ECDC, lo European Centre for Disease Prevention and Control, che ha presentato una serie di documenti relativi allo stato dell'arte nella lotta contro Hiv/Aids e alla discriminazione.

L'ECDC ha infatti pubblicato contestualmente un primo set di report che illustrano impegno e risultati in relazione alla Dichiarazione di Dublino* sulla collaborazione nella lotta contro l'Aids in Europa e Asia centrale.

L'ECDC ha utilizzato i dati provenienti dai diversi Paesi per produrre una serie di dieci report che studiano argomenti chiave nella risposta all'epidemia: leadership politica e risorse, trattamenti e sostegno, stigma e discriminazione, popolazioni vulnerabili - persone che si iniettano droghe, uomini che fanno sesso con uomini, lavoratrici e lavoratori del sesso, migranti, detenuti -, ruolo della società civile.

I documenti dell'ECDC si trovano a questo link, in particolare:

> Monitoraggio dell'attuazione della Dichiarazione di Dublino sul partenariato di lotta contro l'HIV/AIDS in Europa e in Asia centrale (Thematic report: HIV treatment, care and support - Thematic report: Sex workersThematic report: Leadership and resources in the HIV response)
> Sorveglianza, Report su Hiv/aids in Europa 2011
> Attuazione della dichiarazione di Dublino sul partenariato di lotta contro l'HIV/AIDS in Europa e in Asia centrale: 2010 Progress Report
> Monitoraggio dell'attuazione dell'European Commission Communication and Action Plan for combating HIV/AIDS in the EU and neighbouring countries, 2009–2013

Da parte sua UNAIDS ha ricordato che:

La prevalenza Hiv nelle popolazioni-chiave è ben oltre il 5 per cento. Nelle maggiori capitali europee, i giovani omosessuali hanno un rischio nella vita di diventare Hiv positivi pari a quello dei giovani uomini dell'Africa del Sud, l'area del mondo in cui l'Hiv è più diffuso. Negli ultimi 10 anni l'Europa non ha conosciuto una riduzione delle nuove infezioni da Hiv, e nell'Est Europa il numero di morti Aids-correlate è cresciuta di più del 20 per cento fra il 2005 e il 2011.

Senza gli opportuni interventi in merito ai diritti umani delle persone che vivono con l'Hiv e delle popolazioni vulnerabili non saranno molte le possibilità di migliorare tale situazione. Stigma e discriminazione restano i principali ostacoli all'accesso alle terapie. Più del 30 per cento delle perone con Hiv in Europa ricevono la diagnosi in uno stadio avanzato dell'infezione, e questo fa intuire che vi sia una paura di test e diagnosi, che così arriva tardi. Questa paura potrebbe essere alimentata dal fatto che molti Paesi europei ancora criminalizzano la trasmissione dell'Hiv.

In Paesi in cui l'uso di sostanze e il lavoro sessuale sono criminalizzati e vi è una rigida applicazione della legge molte persone si nascondono o finiscono in prigione, diventando così ancora più vulnerabili alle infezioni da Hiv. Anche se le cure sono di solito disponibili dopo una diagnosi di Hiv, questo non accade sempre per migranti senza documenti, ai quali è negato il diritto alla salute.

Da UNAIDS è stato quindi fornito un importante documento - linee guida:

Ending overly broad criminalisation of Hiv non-disclosure, exposure and transmission: critical scientific, medical and legal considerations

Al quale si è aggiunto un report curato dall'Hiv Justice Network

Advancing HIV Justice: A progress report of achievements and challenges in global advocacy against HIV criminalisation

Il prossimo appuntamento istituzionale coi temi salute, Hiv e diritti umani è a Londra, dove il 7 giugno si terrà il convegno “HIV in the European Region: vulnerability and response”, organizzato dalla sezione europea dell'Organizzazione mondiale della Sanità, dalla Banca Mondiale e dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine (al link è disponibile la diretta streaming).

 

*La "Dublin Declaration on Partnership to Fight HIV/AIDS in Europe and Central Asia", sancita nel 2004, è stata la prima di una serie di dichiarazioni che definiscono l'Hiv come una priorità politica importante per il Paesi europei e dell'Asia centrale.